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Viviamo in una cultura che ci insegna a salvare, riparare e trattenere. Siamo spesso portati a credere che lasciar andare, mollare o permettere che qualcosa “si rompa” sia sinonimo di fallimento, debolezza o rinuncia. Ma è davvero così?

In realtà, lasciare che le cose si rompano – relazioni, convinzioni, aspettative, ruoli – può essere un profondo atto di coraggio, consapevolezza e trasformazione.

Aspetti psicologici: quando lasciare andare è crescita

La resistenza al cambiamento è una reazione naturale. Il nostro cervello, e in particolare la psiche, cerca stabilità, prevedibilità e sicurezza. Tuttavia, sostenere ciò che non funziona – una relazione disfunzionale, un lavoro che ci consuma, un’immagine di sé irreale – può portare a un logoramento psicologico profondo.

  • Attaccamento e paura della perdita: Secondo la teoria dell’attaccamento, molti di noi sviluppano un forte legame emotivo con idee, persone e ruoli che rappresentano sicurezza. Quando questi legami vengono messi in discussione, si attiva un senso di allarme, anche se sono fonte di sofferenza. Lasciare andare richiede di tollerare l’incertezza e fare i conti con la perdita simbolica. 
  • Il mito della perfezione: Molte persone crescono con l’idea che “resistere a ogni costo” sia sinonimo di forza. Ma è una narrazione distorta. In psicologia clinica, si osserva spesso come il tentativo di “salvare tutto” porti a burnout emotivo, ansia generalizzata e sintomi depressivi. Al contrario, riconoscere che qualcosa non funziona più è un passo verso l’autenticità. 

Rottura come rinascita: Lasciare che qualcosa si rompa non significa necessariamente distruggere, ma accettare una trasformazione. Il dolore della rottura può diventare l’occasione per riscoprire sé stessi in modo più profondo e coerente.

Aspetti neuropsicologici: il cervello tra resistenza e cambiamento

Dal punto di vista neuropsicologico, il cervello è un organo plastico, ma per sua natura cerca la homeostasi: uno stato di equilibrio e continuità. Questo è il motivo per cui il cambiamento è spesso percepito come minaccioso.

  • Il ruolo dell’amigdala: Quando ci troviamo davanti a una possibile rottura (di una relazione, di una certezza), l’amigdala entra in allerta. Si attiva il sistema di risposta allo stress (fight, flight, freeze), che ci spinge a evitare il cambiamento. Eppure, imparare a tollerare il disagio emotivo associato alla rottura è una forma di resilienza neuropsicologica. 
  • La neuroplasticità: Lasciare andare è anche allenare la mente a formare nuovi percorsi neuronali, nuove abitudini e nuove narrazioni su noi stessi. Questo avviene quando smettiamo di aggrapparci a ciò che ci ha definiti in passato, permettendo al cervello di adattarsi e ricostruire.
  • Cortisolo e carico mentale: Il mantenimento forzato di ciò che è “rotto” (una relazione, un progetto, una maschera sociale) attiva una risposta di stress cronico, con aumento dei livelli di cortisolo. Questo ha effetti negativi su memoria, sonno, umore e sistema immunitario. Talvolta, lasciar andare è biologicamente salutare.

Aspetti sociali: cosa ci insegna la cultura

Viviamo in una società che valorizza la produttività, la perseveranza e il successo apparente. In questo contesto, ammettere che qualcosa non funziona più viene spesso vissuto come una vergogna o una debolezza.

  • Pressione sociale e ruoli fissi: “Se molli, deludi”, “se lasci, sei egoista”, “se fallisci, hai sbagliato”. Queste convinzioni collettive alimentano la paura di rompere e cambiare. Eppure, la psicologia sociale dimostra come i contesti culturali e le aspettative esterne influenzino la nostra capacità di scegliere liberamente ciò che è meglio per noi. 
  • Narrative alternative e cultura del benessere: Sempre più persone stanno ridefinendo cosa significa “successo”: non più una perfezione da mostrare, ma una coerenza da vivere. In questa visione, lasciare che qualcosa si rompa – con gentilezza e lucidità – diventa un gesto rivoluzionario. 

Relazioni autentiche: Le connessioni profonde si basano su vulnerabilità e onestà, non su forzature. A volte, lasciare andare relazioni disfunzionali è l’unico modo per fare spazio a legami sani e reciproci.

Il coraggio di lasciare andare

Lasciare che le cose si rompano non è sinonimo di debolezza, ma un atto di intelligenza emotiva, forza interiore e maturità psicologica. Significa accettare che non tutto deve essere riparato, che alcune rotture sono fertili, e che non tutto ciò che si rompe è una perdita: alcune rotture aprono la strada alla rinascita.

Come insegna la filosofia orientale del kintsugi, anche ciò che si rompe può essere ricomposto, non per nascondere le fratture, ma per onorarle come parte della storia.

Non trattenere ciò che ti sta spegnendo.